Alberto Papuzzi nel 1977 scrisse un libro su una vicenda giudiziaria che vide come imputato lo psichiatra Coda nel 1974
Questo psichiatra seviziava i pazienti con l'elettroshock e l'elettromassaggio.
Per puro sadismo e non per lo "scopo terapeutico" al quale erano stati predisposti questi "strumenti terapeutici".
C'è un passaggio nel libro che non può che lasciare con l'amaro in bocca: la testimonianza di un infermiere che in sede giudiziaria ha rievocato un episodio fuori da ogni logica.
L'infermiere ha raccontato che una volta un paziente, era nel giardino e canticchiava vicino a dei fiori; il dottor Coda vedendolo dal balcone, disse con disprezzo: "Prepara l'elettroshock e portami su quello che canta così... vediamo se continua."
Dalla quarta copertina:
La drammatica vicenda giudiziaria di uno psichiatra che torturava i malati, diventa lo spaccato della vita di un manicomio: le sopraffazioni sui ricoverati, il potere dei medici, l'arrivismo e il carrierismo, i degenti ridotti a materiale di sperimentazione, le proteste, la rabbia, la rivendicazione di una dignità umana violata in nome della scienza. Lo scontro tra un'intera classe medica e un piccolo gruppo di cittadini e di malati. Una sfida quasi impossibile che si conclude con un verdetto a sorpresa.
La vicenda si è conclusa con la condanna di Coda a cinque anni e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Tutte le vittime delle sevizie sono state risarcite dai danni fisici subiti: denti rotti (poichè Coda per aumentare la sofferenza non usava il gommino), danni agli organi genitali, ustioni etc...
Il caso dello psichiatra di Collegno ha permesso in Piemonte di denunciare le sevizie dei pazienti dei manicomi; il "Dott."Coda ha utilizzato l'elettroshock come terapia per omosessuali ed alcolisti. Il "Prof". ha somministrato elettroshock lombopubici ai bambini enuretici - quelli che fanno pipi' addosso durante la notte.
Oltre a "portami su quello che canta" di A.Papuzzi "l'operato" del "prof." Coda e' stato ampiamente documentato nel libro "La fabbrica della follia" (Associazione per la lotta contro le malattie mentali, La fabbrica della follia, Torino, 1971, Einaudi): "la variante dell'elettromassaggio era utilizzata per i piu' svariati fini... sugli alcolisti, sui catatonici, perfino sui morti per vederne le reazioni... consisteva nell'applicare due elettrodi alle tempie del paziente e poi, anziche' dare la corrente in misura da far perdere la coscienza, nell'agire alternativamente sul pulsante, procurando ripetute scariche con un effetto che doveva essere terribile...".
Fonti tratte dal libro di ALBERTO PAPUZZI "Portami su quello che canta" ed. Enaudi 1977, "La fabbrica della follia" (Associazione per la lotta contro le malattie mentali, La fabbrica della follia, Torino, 1971, Einaudi e dai siti psicodissea.altervista, cs.erasmo.