Dalla quarta copertina: "... - Vuoi essere la mia ragazza? I suoi occhi mi fissarono con decisione. Io inghiottii a fatica. Fino a quel momento avevo sentito quella domanda soltanto in televisione, o l'avevo letta nei libri. -Sì - risposi con noncuranza, - perchè no?".
Quello che potrebbe sembrare il banale scambio di battute tra due adolescenti è l'atto di nascita di un amicizia - e di un amore - in condizioni estreme. Anne e Adam si conoscono si piacciono, ma non possono neppure toccarsi, separati dalla illusoria trasparenza di una tenda sterile. Adam è infatti costretto a vivere isolato: una malattia che si nasconde dietro una sigla sibillina, SCID, gli impedisce di sviluppare difese immunitarie. Non sa cosa sia un bacio, non conosce le senzazioni di una carezza senza i guanti ignora il profumo di un altra pelle. E la scienza sembra non dargli speranze. Eppure nel suo romanzo Ian Strachan narra con esemplare leggerezza una vicenda toccante, e ci conduce ad un epilogo dolcissimo nel quale il dono di Anne per Adam è un sensuale tributo alla gioia di vivere.
Un mio piccolo pensiero..... Anne ed Adam vivono il loro amore puro ed incondizionato, un amore che ognuno di noi spera di poter assaporare almeno una volta nella vita.... Quando ho letto il libro mi sono rimasti impressi due periodi uno ve lo racconto, l'altro no, perchè vi svelerei troppo... Un periodo intenso è racchiuso in una ventina di righe: "Quando alzai lo sguardo dalla lettera di Adam, vidi ondeggiare sul soffitto il lucido palloncino rosso che mi aveva mandato[...]. Tutte le mattine al mio risveglio era là a sorridermi: la sua superficie lucida accentuava il minimo bagliore di luce. Non ricordo di averne avuto uno che sia durato così a lungo. Quando ero piccola, di solito i palloncini scoppiavano prima che riuscissi a portarli a casa; anche quelli con la superficie metallizzata e pieni di gas, come quello di Adam, si tagliavano e scoppiavano nel giro di pochi giorni. Ma questa volta non fu così. Quando entravo nella stanza, il minimo soffio d'aria lo faceva volare verso il soffitto, e la faccia del buffone mi sorrideva. Ma quel giorno l'espressione della faccia sul palloncino sembrava cambiata, sembrava mi scrutasse[...].
Lentamente, cominciai a comprendere che cosa aveva voluto dirmi Adam. I ricordi sono importantissimi, ma alla fine sono come quei sassi che raccogliamo sulla spiaggia durante una vacanza speciale, e prima o poi viene il giorno in cui quelle pietre non hanno più il significato che avevano prima. [...] Quella pietra raccolta sulla spiaggia diventa vaga evocazione di ricordi indefiniti; mentre la persona, il ragazzo che avete incontrato su quella spiaggia non vi scrive più, non è mai stato parte veramente di quella pietra. [...] Così la pietra diventa soltanto un altro fermacarte. E se il fatto di essere stati insieme, voi e quel ragazzo ha significato qualcosa, le parti migliori sono conservate nella vostra testa, per sempre. Siete incollati a quei ricordi, che lo vogliate o no, ma alla fine dovete lasciarli andare."
Spero che riusciate a leggerlo tutto di un fiato come ho fatto io, in apnea perchè è una storia capace di emozionarti come poche.
Ian Strachan è nato nel 1938 in Inghilterra, dove ha studiato all'Accademia Di Arti Drammatiche. Ha scritto numerosi libri per ragazzi.
Al di là della tenda
Ian Strachan
Ed. E.ELLE